Si è conclusa venerdì 20 marzola Conferenza sul turismo sessuale nel Sud-Est asiatico che si è svolta a Bali sotto l’egida dell’Ecpat. I 205 partecipanti hanno concluso i lavori proclamando una dichiarazione intitolata "L'impegno e la raccomandazione di Bali". Nel documento i rappresentanti dei governi, delle organizzazioni non governative, del mondo accademico e della società civile, pur sottolineando gli sforzi attuati finora per contrastare il fenomeno del turismo sessuale, hanno ribadito che il numero di abusi contro i minori resta in costante aumento ed hanno invitato ad una più attenta applicazione delle norme che tutelano i minori e puniscono tali crimini.Nella dichiarazione si sottolinea inoltre che la sfida più importante da affrontare per contrastare il fenomeno del turismo sessuale è la povertà e si è individuato nella mancanza di istruzione e nella scarsa applicazione delle leggi altri fattori determinanti allo sviluppo del turismo sessuale, alimentato anche grazie alla diffusione via internet di immagini pedopornografiche. Nel corso della conferenza è emerso anche il problema della mancanza di una carta internazionale peculiare del fenomeno ‘turismo sessuale’ e il rischio che la crisi economica globale possa provocare un’impennata di tali crimini. "Chiediamo ai paesi membri dell’ASEAN di ratificare il protocollo sulla vendita di bambini, sulla prostituzione e sulla pornografia infantile, opzionale alla Convenzione sui diritti del bambino” hanno dichiarato i partecipanti “di impegnarsi nell’applicazione delle leggi contro gli abusi sessuali ai danni di minori e di collaborare a livello nazionale e internazionale per assicurare la perseguibilità dei colpevoli”. I delegati hanno infine lanciato un appello alla società civile e alle agenzie internazionali affinché rafforzino la collaborazione per assicurare l'applicazione di tutti quei programmi di sviluppo che hanno l’obiettivo di sottrarre i minori dalla minaccia del turismo sessuale.
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